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Di' soltanto una parola...
Il progetto di quest'anno gira intorno all'intenzione educativa di dare valore alla parola. Siamo in mezzo alle parole e per certi versi abbiamo a disposizione molti strumenti che potrebbero favorire la comunicazione e il dialogo tra le persone. Ma c'è un'emergenza educativa che riguarda anche il tema della comunicazione. Ci piace pensare che i bambini e i ragazzi nei nostri oratori quest'estate abbiano la possibilità di riflettere sull'importanza della parola.
Per qualcuno la parola è obsoleta: è una forma comunicativa largamente superata dalle immagini e dalla tecnologia. Ne siamo così sicuri? I linguaggi per comunicare sono molti. È però attraverso la parola che possiamo dare corpo a pensieri e immaginazione; esplicitare e comunicare quello che ciascuno ha vissuto o porta nel cuore. Gli animali comunicano, ma solo gli uomini parlano.
E' con la parola che possiamo entrare dappertutto (passepartout, appunto): nel nostro cuore per dare un nome ai sentimenti e consistenza ai pensieri, nel cuore delle cose per usare le parole giuste e adatte, nel cuore degli altri per costruire relazioni buone e positive, nel cuore di Dio se impariamo a capire quando e come ci fa arrivare la sua parola.
Non funziona automaticamente. Occorre averne cura, altrimenti non si entra da nessuna parte e riempiamo il mondo di tanti bla bla che creano disordine, rumore, confusione (come era già successo, a suo tempo, intorno a una certa torre che poi non stava in piedi). Una parola (anche soltanto una parola) al posto giusto rende la vita più bella e stiamo tutti molto meglio.
La possibilità di parlare è forse la più importante caratteristica che distingue l'uomo dagli animali: le parole permettono la comunicazione di pensieri e sentimenti, di idee e progetti. Con le parole gli uomini possono determinare gli umori e creare un clima: quando le parole sono buone, si creano dei legami; quando non lo sono, ci si scontra e ci si combatte.
Noi esistiamo grazie alle parole: abbiamo capito di esserci, proprio quando qualcuno ha cominciato a rivolgersi a noi, a chiamarci, a dire qualcosa di noi e del mondo.
Parole buone non sono solo quelle eleganti. Parole buone sono quelle che sanno raccontare il bene ricevuto, il sogno di una vita buona per tutti. Non si tratterà, quindi, di insegnare ai ragazzi a "non dire le parolacce", ma di aiutarli a trovare quelle parole che permettono di costruire il mondo. Per questo l'estate continuerà ad essere una grande occasione educativa.
Lettera di un bambino
Lettera degli animatori ai bambini
Lettera degli animatori ai genitori
Lettera dei genitori
Lettera del don